Ivars, crescita no-limits e 75 anni da protagonista
Lo sguardo al futuro, la testa salda sul presente, il cuore che non dimentica il passato: Ivars celebra così i suoi primi 75 anni. Quartier generale a Vestone, controllate in Italia e filiali e stabilimenti dall’Asia al Sudamerica, un fatturato aggregato che sfiora i 120 milioni di euro e oltre 300 dipendenti diretti: sono i numeri di un marchio ancora oggi a gestione familiare ma che ha già fatto la storia.
Tutto è cominciato nel lontano 1947 grazie alle intuizioni del fondatore Giulio Ebenestelli: sfogliando il libro dei ricordi tornano alla memoria i primi brevetti negli anni ’50, le produzioni in materiale termoindurente (guarnizioni e componentistica per edilizia), i posacenere personalizzabili, le prime casse per il trasporto delle bottiglie d’acqua (dalla San Benedetto alla Castello), il boom edilizio, gli accessori per i mobili, la divisione Seating che oggi è il core dell’azienda.
Sono 3 le divisioni di Ivars: Seating, Building e Accessories, che generano un fatturato di 58,6 milioni (più del 50% all’estero). Sotto la guida dell’attuale presidente, Carlo Ebenestelli (figlio di Giulio), è stata completata l’acquisizione di Brado, realtà del settore arredamento che a sua volta controlla Stiwood (ora nell’orbita Ivars). “Saper diversificare investimenti e produzione è una caratteristica di Ivars – racconta Carlo Ebenestelli – ma sempre nel rispetto dei valori dell’azienda, affinché anche i nostri collaboratori possano considerare l’impresa come una famiglia. Nel segno della sostenibilità: da sempre Ivars utilizza materiali riciclati, siamo stati dei precursori”.
Massima attenzione alla qualità del prodotto, come spiega Fatiha Ebenestelli, responsabile Qualità e Acquisti, convinta che la professionalità e la capacità di far squadra di un intero gruppo, in ogni reparto, sia sinonimo di unione: “Uniti nella supervisione della qualità, creiamo la forza di Ivars. Abbiamo migliaia di prodotti a catalogo, sottoposti a test giornalieri anche su più turni, anche sabato e domenica. Se notiamo una piccola anomalia, la produzione si ferma. Ci mettiamo la faccia ogni giorno”.
Le certificazioni non sono da tutti: ISO 9001, ISO 14001, ISO 45001. Il futuro è adesso: investimenti costanti nel settore di ricerca e sviluppo e in macchinari e progetti, corsi di formazione e riunioni continue con dirigenti e dipendenti, il ritorno in presenza alle fiere di settore come la Orgatec a Colonia (in ottobre). “È un modo per rispondere alle sfide del domani – riprende Carlo Ebenestelli – a partire dai costi della produzione e delle materie prime, la reperibilità dei materiali, la situazione energetica: anche da noi, in un anno, le bollette sono quasi triplicate. In tal senso mio padre fu pioniere anche dal punto di vista ambientale, acquistando una centrale idroelettrica a Forno d’Ono che, dal 1998, produce mediamente 3milioni di KWh”.
Storia e memoria, a 75 anni da quella piccola stanza vicino alle elementari di Vestone, dove tutto è cominciato, è ancora presente l’impronta del fondatore (che per la cronaca fu partigiano e capogruppo delle Fiamme Verdi). Valori veri: alla sua scomparsa, il 31 agosto 2004, decise di donare 500 euro a ciascun dipendente. “Mi spiace non averlo conosciuto e soprattutto vissuto di persona”, ammette Fatiha Ebenestelli: ma il suo ricordo rimarrà sempre vivo con il figlio Carlo, e soprattutto con Ivars.